domenica 7 giugno 2009

Globalizzazione vuol dire farsi carico del mondo intero

Sono le 5 del mattino... apro gli occhi... mi sveglio.
La luce del sole filtra dai vetri... è l'alba di un giorno nuovo.
Gli uccelli cantano, la strada è ancora deserta, finalmente silenziosa.
Un nuovo giorno... dio ci ha regalato un nuovo giorno da vivere in pienezza.
Dovrei rallegrarmene, essere felice, dedicargli un inno, recitare una preghiera di ringraziamento, scrivere un'ode alla luce, alla vita.
Invece... insieme a me, più veloci di me, si svegliano i problemi, i pensieri neri, le paranoie.
Sbocciano fioriscono esplodono nella mente a uno a uno ininterrottamente fino a  sovrapporsi confondersi fare a cazzotti, sgomitare per un pò di spazio. 
Non ho più memoria di un risveglio in Pace, in Amore, in Serenità.
Perchè non ci sono solo tutti i miei problemi personali, veri o fasulli, di uomo, di maschio, di padre, di marito, di cittadino, di amico, di conoscente, di vicino di casa, di (quasi) terremotato, di zio, di nipote, di fratello, di contribuente, di lavoratore, di consumatore, utente, automobilista, elettore...ci sono anche  tutti i pensieri dell' uomo del terzo millennio, quelli di una persona informata sui fatti del mondo, che ha un televisore, usa internet, passa davanti all'edicole,ed è  circondata, immersa di notizie, nozioni, informazioni.
Di una persona che sa che c'è tutto un mondo là fuori con miliardi di persone e sa quando c'è uno stupro, un omicidio, un incidente, una catastrofe e non può e non riesce a far finta di niente.
Perchè se cade un aereo nel mezzo dell'oceano nel cuore della notte, io non posso fare a meno di pensare alle persone che ci erano dentro, immaginare la scena, riviverne il terrore. 
Se la terra trema da qualche parte del mondo, cominciano a cadere tegole sulla mia testa e se anche non producono alcun taglio visibile, non fanno sgorgare sangue vero, pure feriscono la mia anima e ci lasciano una cicatrice.
Beati gli uomini di un tempo, con il loro mondo confinato in pochi metri, che condividevano al massimo il lutto di un vicino di casa. 
Ora il dolore del mondo intero corre in tempo reale e riunisce tutti gli uomini in una rete, una trappola, una prigione. 
Io sto in quella rete ma ne farei volentieri a meno, per viltà, egoismo e spirito di sopravvivenza.  
Se il mondo è triste io sono triste, se il mondo piange io piango, e il mondo E' SEMPRE triste, è sempre in pianto.
Come brillerebbe bellissimo questo pianeta, come illuminerebbe di splendore l'intero universo se per un istante una corrente di Amore, di Pace, di Speranza scorresse attraverso quella rete passando per tutti gli uomini. 
Credo che anche dio collasserebbe per l'emozione, non reggendo, neanche il suo forte cuore, a tanta Bellezza. 


scritto alle 5, postato alle 14

1 commento:

Lindalov ha detto...

Come ha detto mia mamma quando ha saputo della notizia, Dio allora non esiste. se esistesse, non lo permetterebbe.

Però aggiunog, per farti ridere, é per questo che hanno creato LOST! Per darci una speranza.

:-)

Ti abbraccio tristone mio.