mercoledì 17 giugno 2009

E' inutile che correte, topi: nessuno uscirà vivo da qui

Non so se avete visto il video del giovane morto alla stazione Cumana di Napoli.
Se non l'avete fatto finora, vi consiglio di non farlo più.
In ogni modo mostra un giovane ferito casualmente da dei deficienti terroristi-camorristi, il quale si accascia al suolo, agonizza e muore mentre la gente fugge impaurita, non degnandolo neanche di uno sguardo, (o guardandolo con la coda dell'occhio, così giusto per poter raccontare poi agli amici qualche particolare della strizzatina che si sono presa e di cui hanno parlato anche in televisione!)
(Forse bisogna ricominciare con l'abc con questa gente e insegnarle che la morte non si trasmette per contatto visivo!)
Che schifo, ragazzi!
Siamo andati oltre la mancanza di "pietas".
Siamo tutti dei morti viventi e abbiamo terrore a guardare un moribondo.
Siamo così soddisfatti della nostra non-vita, che ci siamo dimenticati che la morte è un fatto naturale.
Viviamo ovattati e storditi in una bolla di paura.
Mi sparerei una revolverata alla tempia per l'incoscienza che ho avuto a mettere al mondo una figlia in una società simile.
Non si salva nessuno, in quella stazione, nè i bambini, nè i ragazzi, nè i giovani (che cuor di leone i nostri giovani!), non gli adulti. Nessuno! Tutti a scappare, tutti agitati come topi alla ricerca di una via d'uscita dalla cosa più pericolosa di questo mondo: un uomo agonizzante.
IO NON SONO COSI'.
Ho bisogno di urlarlo al cielo, alle montagne, agli alberi, agli animali, a quei miserabili degli uomini:
IO NON SONO COSI'.
IO NON SAREI SCAPPATO COME TOPI SBRACCATI, DAVANTI AD UN UOMO MORENTE E ALLA SUA DONNA DISPERATA.
IO SAREI INTERVENUTO, IO AVREI TENUTO LA MANO ALL'UOMO E ABBRACCIATO LA DONNA.
Magari l'avrei fatto solo per egoismo, perchè altrimenti non sarei più stato in pace con la mia coscienza, perchè ho il terrore delle azioni vili, ma SICURAMENTE NON SAREI SCAPPATO. NO!
IO NON SONO COME QUELLI.