Oggi leggevo un libro sul tema della morte, lettura perfetta per questo periodo ferragostano in cui tutti gli affari della vita sono come sospesi a mezz'aria,
e a un certo punto si parlava di quel tizio di 5000 anni fa che è stato ritrovato mummificato tra le nevi perenni delle alpi italoaustriache nei primi anni 90.
A me questa storia di questo impavido cacciatore solitario che se ne andava pei monti con arco faretra e frecce in spalla e alla cintura una collana di pezzettini di fungo arboreo che, dice, gli serviva per accendere il fuoco e curarsi le ferite, questo rambo preistorico che a un certo punto, non si capisce perchè e da chi, viene colpito da una freccia che gli trapassa la scapola e non può più usare l'arco per difendersi perchè il braccio sinistro gli si paralizza, e allora comincia a correre sempre più in alto sul monte per dominare meglio la situazione mentre tutt'intorno a lui piovono frecce che a me m'è venuta subito a mente la nuvola di dardi nel film La tigre e il dragone*, e poi arriva fino al punto dove le nevi non si sciolgono più e finalmente al sicuro si riposa, estrae la freccia e scopre con disappunto che la punta di selce è rimasta nella schiena e la borsa di pronto soccorso preistorico che porta con sè a questo punto non gli può più servire e non è una cosa bella avere una punta di selce tagliente come un bisturi conficcata dietro la scapola con tutte le infezioni che andavano in giro, e lui solo in mezzo ai ghiacci freddi e comincia anche a fare buio, no non se l'è vista per niente bella il nostro rambo e poi le forze gli sono venute meno e si è alzata una tormenta di neve di quelle che te le raccomando che l'ha sommerso completamente e ha preservato il suo corpo dalla putrefazione;
questa storia di questo nostro antenato che per oltre 5000 anni è rimasto sotto i ghiacci, con la sua faretra e le sue fecce, con la punta di selce ficcata nella schiena, con il suo pronto soccorso preistorico e la collana di funghi che gli servivano per accendere il fuoco e per curarsi le ferite ma che in quell'occasione evidentemente non gli sono serviti proprio per niente, e intanto fuori di lì il mondo andava avanti e l'uomo progrediva e nasceva l'impero romano e Giulio Cesare e poi Gesù e Carlo Magno e la Signoria di Firenze e Michelangelo e Leonardo e la rivoluzione francese e Napoleone e via di seguito compagnia bella e un giorno a un certo punto il corpo riaffiora dai ghiacci e un gruppetto di scalatori escurzionisti, che nel frattempo era nato anche l'escurzionismo alpestre, un gruppetto che passava di là lo vede e avvisa chi di dovere e il cacciatore preistorico diventa subito famoso, tutti lo vogliono vedere tutti lo vogliono studiare e si scopre così che era un giovane cacciatore con arco faretra e cassetta del pronto soccorso, che era stato colpito da una freccia, che aveva bestemmiato nella sua lingua preistorica quando si è accorto che la punta era rimasta dentro e infine era morto in mezzo alla neve e questa neve lo aveva poi preservato... beh a me tutta questa storia mi ha, come dire... impressionato veramente tanto e mi è nata una sincera simpatia per questo sfigato rambo solitario montanaro preistorico previdente affungato e coraggioso che se prendo quello che gli ha tirato la freccia giuro che lo sgozzo con le mie mani
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*si tratta invece di La foresta dei pugnali volanti, lo dice il titolo stesso!