sabato 27 giugno 2009

Bloggisti di tutto il mondo, unitevi!

Oggi riflettevo sui blog e sul fatto che i blog nascono come funghi dopo un acquazzone.
Per esempio quando ho iniziato io, qualche mese fa, chi si immaginava che una caterva di altri navigatori stava cominciando nello stesso momento come me, neanche ci fossimo messi tutti d'accordo!
E allora pensavo che questa storia dei blog è come una marea che aumenta e aumenta e aumenta e alla fine porterà grandi cambiamenti all'umanità
se non proprio a creare un Uomo Nuovo, più umano e più nuovo appunto.

Infatti tanti condizionamenti che nella vita di tutti i giorni ci fanno essere cinici, scostanti e seriosi... sulla rete vengono meno e l'uomo nel suo blog si mostra più naturale, come deve essere.
E pensavo, sempre in questa mia riflessione sui blog, che gli psicanalisti, gli psicologi e compagnia bella, se già non lo fanno, dovrebbero consigliare ai loro pazienti di aprirsi un blog, come terapia.
Perchè avere un blog aiuta a diventare più disciplinati nel pensare, più logici nel ragionare, e a mettere ordine nel cervello allontanando le paranoie mentre si pensa a qualcosa di interessante da raccontare.
Anche le azioni quotidiane dopo che hai aperto un blog le compi con più consapevolezza, sei più presente con la testa nelle cose cha fai, perchè quando fai qualcosa o ti capita un fatto qualsiasi, nello stesso tempo cominci a pensare al post che ne uscirà e allora ti concentri e non ti perdi una virgola.
Insomma dal punto di vista della psiche, il blog è una bella disciplina e ci sarebbe da riflettere un bel pò su questa cosa e qualche esperto dovrebbe scriverci un libro prima o poi, anzi un trattato vero e proprio tipo "La psicanalisi del post", "Blog e terapia psicanalitica", "L'Io postato" "Psicopatologia del post quotidiano", "Noi e i nostri commenti", "L'inconscio collettivo dei bloggisti", "Il Bloggista schizzoide" e cose così.

E non solo gli psicologi, ma anche i linguisti e gli storici dovrebbero essere contenti di questa marea bloggista che avanza, loro che si lamentano sempre che la lingua sta morendo, che i giovani scrivono messaggi senza le vocali, abbreviando quelle quattro parole che conoscono,ecc. ecc. perchè con i blog non è più così, coi blog siamo tornati [avanti,] a quando si scrivevano le lettere, tipo nell'800.
Al bloggista gli piace scrivere e se scrive breve impara a essere conciso ed essenziale che è una gran bella cosa, se scrive lungo allora usa tanti aggettivi e sostantivi e cerca nuove parole, adopera i dizionari on-line, si informa sui sinonimi e i contrari per non ripetersi...
E allora le parole viaggiano, superano confini, vengono riscoperte, riesumate, tornano a vivere e vengono rilanciate, rimbalzano da blog a blog, da nazione a nazione.
E anche gli stili abbondano, che se tu ti fai un viaggio tra i blog scopri la stessa situazione, lo stesso pensiero raccontati con stili diversi, che altro che frammenti di un discorso...

Insomma io questa storia qua dei blog la vedo come una cosa molto positiva perchè mettetela come volete ma i bloggisti sono umanamente più evoluti della media di ciò che si incontra per strada e mi piace immaginare i bloggisti come un grande gruppo rivoluzionario che piano piano, in sordina, tra una battuta, un pensiero profondo e una cazzatina sta preparando il più bel cambiamento antropologico dai tempi, che so..., della rivoluzione francese?