venerdì 12 giugno 2009

Dei cazzi e delle fighe

Ogni volta che devo parlare di sesso, che si tratti di conversazione o di scrittura bloggistica, mi si presenta il problema dei termini da usare.
A me personalmente piace molto l'espressione fare l'amore, (o, anche se un pò meno fare all'amore) più che scopare, chè scopare non è che proprio mi piaccia tanto...
Il termine, dico, non l'atto.

E questa è fatta.

Il problema vero è quando devo parlare delle parti anatomiche coinvolte nell'atto sessuale chè rischio di oscillare tra termini scientifici che non rendono l'idea, e termini popolari che il più delle volte sono di una volgarità imbarazzante.
Se fate una ricerca sui termini regionali c'è da mettersi le mani nei capelli ammesso che prima non vi siano cascate le braccia per quanto sono brutte certe espressioni. Che poi sia il cazzo che la figa sono cose di per sè bellissime a vedersi, specie se sono fatte bene, proporzionate e senza difetti tipo curvature strane o slabbramenti dovuti all'eccessivo utilizzo e io mi sono sempre chiesto ma come cazzo si fa a chiamare una cosa così bella come il sesso e tutte le cose del sesso con certi nomi così brutti?!
Per esempio nel leccese per dire scopare si dice raschare (proprio così raschiare senza la i e con la sc di sciopero non di scarpa) che è una cosa che a me mi ha sempre ammosciato e per fortuna è un termine più che altro maschilista perchè io non l'ho mai sentito pronunciare da una donna il che vuol dire che in queste cose almeno le donne ci sentono di più. E allora ogni volta che un mio amico mi diceva ehi ieri io e francesca abbiamo raschato, oppure mi sono fatto una raschata che non dimenticherò mai, a me mi veniva da piangere, e non solo per l'invidia, ma perchè pensavo tra me e me beh non deve essere stato poi un granchè Corsivose mi usi questa espressione oppure caro mio vallo a raccontare a qualcun'altro, perchè io non potevo proprio capire come uno che ha fatto l'amore potesse uscirsene con un linguaggio simile. Qui gatta ci cova, pensavo.
Veramente per me resta tutt'ora un mistero come abbia fatto una popolazione così poetica e sensuale come quella salentina, che sprigiona sesso e versi da tutti i pori della pelle, a inventarsi certi termini come pizza per dire cazzo (che fa venire in mente una cosa molle e schiacciata anzicchè dura e cilindrica) e piccione per dire figa (ho pensato che deve essere stato il petto del piccione a far venire in mente il monte di Venere del sesso femminile, e fin qui c'è del poetico, volendo, ma è il suono di quella parola piccione a rompere l'incantesimo specie quando pronunciata da un salentino che tende a raddoppiare tutte le doppie) .
Insomma a questo punto non so neanch'io dove volevo arrivare e questo più che altro è un postesperimento, quello che volevo dire l'ho detto e cioè non si possono usare espressioni brutte e volgari per una cosa delicata e poetica come l'atto sessuale.
Fare sesso non è cosa per bruti.
E' cosa per angeli.
E questo è quello che volevo dire.

2 commenti:

Vale ha detto...

anche io preferisco usare termini 'aulici' come far l'amore... però non sempre si addice, soprattutto se l'amore non cè! in quel caso allora uso 'trombare' (sempre meglio di 'raschare') ;)

Lindalov ha detto...

Estoy cachonda tìo, hechamos un polvo?

va letto così: estoi cacionda tìo, eciamos un polvo?

ovvero "sono arrapata bello, scopiamo?" ma in castellano ovvero spagnolo.

Che dici, come suona?

Ogni termine ha il suo utilizzo appropriato, dipende che ne vuoi fare.
Come nel sesso, ogni cosa é appropriata dipende con chi la vuoi fare.

:-)