domenica 29 novembre 2009

Constatazione triste


"Tutto scorre"
Diceva Eraclito.
Perchè non mi ha conosciuto.

Io sono sempre sul punto di partenza.

.

sabato 28 novembre 2009

Visione (al centro commerciale)


Un giovane bellissimo.

Se ne stava mollemente seduto su un alto sgabello
rapito da un libro aperto sulle ginocchia.

Tutt'intorno, la marea indifferente di gente e di cose.

Sembrava assolutamente immune alla propria bellezza
ed era, perciò,
ancora più bello.

venerdì 27 novembre 2009

e mi farò falò e sarò faro


questo inverno... deve ancora iniziare
e già mi sembra più inverno degli altri

l'anima è uno straccio gelato
uno straccio di anima in fondo in fondo al secchio

brucerò a primavera per festeggiare la luce
per fare un pò di luce

martedì 24 novembre 2009

Oggi è morta una mosca...

Scoprire che la mosca è morta (o almeno così sembra) mi ha provocato sensazioni contrastanti.
Di dispiacere profondo e di leggera allegrezza.
Chè era pure una mosca bianca.
Ho capito cioè che quando un blog chiude (per volontà dell'autore),
non è poi una cattiva notizia perchè presuppone un salto,
un cambiamento,
una evoluzione,
una metamorfosi appunto.
Qualsiasi trasformazione è, dal mio punto di vista, un evento positivo.
La monotonia è come l'acqua stagnante.
E' viziosa, come il cerchio:
meglio la spirale, allora.
Quando un blog chiude viene voglia di chiudere il pc
e di uscire fuori, all'aria fresca, a respirare a pieni polmoni.
Come ai vecchi tempi.

Altro che morta quindi... la mosca.
Direi più che altro che si è m o m e n t a n e a m e n t e liberata dalla ragnatela.
Magari ha trovato l'amore e ora vola alto,
"al di sopra degli stagni"
Per questo non riesco ad essere veramente triste.

Massacro nelle Filippine

L'Italia scippata del suo sogno più grande.

lunedì 23 novembre 2009

La cuoca

Dialogo tipo tra mia moglie e me in una giornata tipo per un pranzo tipo.

Lei: che cosa vogliamo mangiare oggi a pranzo?!... Faccio la pasta?
Io: Annuisco
Lei: o preferisci la minestra di verdure...
Io: a me sta bene la minestra!
Lei: no, perchè potrei fare anche gli gnocchi di patate così un pò li posso mangiare anche io, ma volevo farli al formaggio e noci e mi mancano le noci...
Però ci sono anche i ravioli di zia! Che dici faccio quelli? O preferisci la minestra?
Io: va bene!
Lei: ma si, faccio una vellutata di spinaci, leggera leggera e per secondo il petto di pollo. Ti va bene il petto di pollo?
Io: perfetto!
Lei: noi ce lo facciamo alla piastra con un goccio di olio crudo o se vuoi al limone, burro e limone... e a Xxxxx (nostra figlia) invece lo faccio al latte, che lo preferisce...
Lo vuoi anche tu al latte?
Io: no, meglio alla piastra!
Lei: ...con due patate a tocchetti... va bene due patate a tocchetti? Oppure posso fare il purè... beh, va bè po guardo quante patate ci sono...
Io: annuisco
Lei: ...però rimane il problema di Xxxxx, che le faccio di primo chè la vellutata lei non se la mangia di sicuro!?... Le faccio un piatto di pasta al sugo? Pasta a lei e vellutata a noi... O preferisci pure tu la pasta?... Perchè se vuoi pure tu la pasta, io mi arrangio, mi faccio solo lo spezzatino in umido, con le cipolle, che ora è tanto... Se vuoi ce n'è pure per te... l'altra volta ti era piaciuto ... semplice semplice con poco condimento...E a Xxxxx il petto di pollo al latte... Eh?
Io: ?
Lei: però il petto di pollo al latte con la pasta al sugo non ci incastra niente. Le posso fare una carbonara. Di sicuro è contenta se le faccio la carbonara. La mia è la migliore carbonara del mondo... l'hanno detto pure le amiche di Xxxxx. Ma si dai, ci facciamo una bella carbonara tutti quanti... la faccio con la pasta mia (senza glutine), così la mangiamo tutti, che vi piace pure a voi... E per secondo petto di pollo. Alla piastra! Oppure lo spezzatino in umido... Tu che preferisci?
Io: il pe...
Lei: con lo spezzatino volendo ci potrei fare anche il gulash con le patate, che a voi vi piace tanto.., ve lo mangiate col pane così faccio solo quello, senza il primo... E io mi mangio una mozzarella passita alla piastra. Eh che dici va bene?
Io: benissimo, a me va bene quals...
Lei: senti, ma perchè per oggi non vi fate un panino, tu e Xxxxx, e poi stasera con calma vi faccio una cena che vi leccate i baffi?
Io: Va benissimo!

domenica 22 novembre 2009

Posso farvi una domanda?

Mi sveglio la mattina con il buio nel cuore.
Non riesco a vedere luce in fondo al tunnel.
E' un tunnel che assomiglia a un pozzo, più che altro.
Un senso di insoddisfazione/tristezza/paranoia mi opprime appena schiudo gli occhi.
La speranza -ultima dea ?!- è ai piedi del letto, esanime, con le ali tarpate.
Ora, mi chiedevo se questo malessere è qualcosa di congenito, nato e cresciuto con me,
come una dote naturale, un gene ben agganciato al mio dna,
o se ha a che fare col periodo storico e la latitudine geografica in cui mi è toccato di nascere.
Io sono orientato, conoscendomi, verso la prima ipotesi, ma sento anche che non ci dovrei mettere la mano sul fuoco.
Voglio dire che in un contesto diverso, con altra politica, altri governi e di conseguenza con un'altra società civile,
forse sarei stato diverso, avrei sorriso di più e mi si sarebbe aperta la porta in fondo al tunnel.
Non posso escluderlo, conoscendomi.
E poi mi chiedevo:
ma voi siete felici?
riuscite a vedere la luce?
riuscite a trovare la forza (o quello che ci vuole) per sentirvi sereni?

giovedì 19 novembre 2009

L'insostenibile solitudine dell' 1

Il mio corpo ha bisogno di essere maschio,
come dell'aria e del cibo.
Da troppo tempo langue in torpori d'infanzia.
I miei sensi hanno bisogno di umori di donna,
per ritornare alla vita.

I muscoli sono rami che fremono sotto frutti abbondanti:
le cosce, palpitanti colonne del Tempio;
le braccia sollevano corpi di sogno e di smania;
le mani schiudono labbra e si insinuano nelle caverne dell'estasi.

Il mio sesso è acciaio ed è fuoco,
è pietra e vulcano

Sono lupo in calore, cavallo selvaggio,
leone ingabbiato tra aromi di femmine in delirio

Il mio corpo ha bisogno di sentirsi maschio
più che dell'aria e del cibo

mercoledì 18 novembre 2009

Come un vestito

Ovunque vada,
qualsiasi cosa faccia,
fuori dal mio guscio,
mi porto sempre addosso
un sottile velo di paranoia.

Il giorno che riuscirò,
-semmai ci riuscirò-
a strappare questa membrana
che mi separa dai sentimenti e dal mondo,
sarà, comunque, troppo tardi.

martedì 17 novembre 2009

"Ci pensiamo noi!"

Per risolvere il problema della fame, i Capi di Stato del mondo si sono riuniti a Roma in una grande abbuffata.

domenica 15 novembre 2009

SOS

non riconosco più nessuno...

sono circondato da ultracorpi...

e c'è un baccello sotto il mio letto
che cresce a vista d'


sabato 14 novembre 2009

Di conigli e di leoni

Ecco l'occasione per Marrazzo di mettersi un pochino la coscienza a posto: pagare un buon avvocato a S. Y., il ragazzo africano che ha avuto il coraggio di raccontare al magistrato che Stefano Cucchi è stato barbaramente picchiato.
Sarebbero i suoi (!?) primi soldi spesi bene e la ricompensa per la lezione che uno sconosciuto ragazzo nero ha impartito a lui e a tutti noi.

giovedì 12 novembre 2009

Le età della vita

Uno quando è bambino gli sembra che resterà sempre bambino.
Poi diventa giovane e pensa che resterà per sempre giovane.
Quando è adulto gli comincia a venire qualche dubbio.
Uno quando è vecchio non pensa che resterà sempre vecchio, credo.

L'AB della letteratura contemporanea

Ho visto A L E S S A N D R O B A R I C C O ieri sul web a
Che tempo che fa.
Che antipaticozzo!
Metto la mano sul fuoco che è l'idolo di tante anime blogghe!

(Off Topic)

Notavo che le mie mutande
-niente gaiestetiche DolceGab o modellanti Calvin , ma solo maschie proletarie mutande di mercato che, bene che vada, le vedranno il medico e i carabinieri-
notavo che c'hanno stampato proprio sul davanti, enorme, la scritta OT.

martedì 10 novembre 2009

Una vittima dei nostri tempi

Qualche anno fa, che ero a Trieste, conoscevo uno che aveva il complesso del povero. Cioè voleva sempre apparire più ricco di quello che era. Era un bravo ragazzo in verità ma aveva questo piccolo problema.
Si dava da fare, col lavoro intendo, e non stava mai fermo. Non aveva un posto fisso ma trovava sempre di che lavorare: al bar, nei ristoranti, sui vagon lit, commesso, salumiere, in fabbrica. Le aveva fatte di tutte per non stare con le mani in mano. Ma guai a dire che faceva l'operaio: ti avrebbe mangiato vivo. Odiava quella parola. Operaio. Io ci litigavo spesso perchè ragionava per frasi fatte, come molti a Trieste d'altonde. Ripetono sempre i soliti luogo comuni e non c'è verso di farli spostare di un millimetro dalla loro convinzione. Tipo: i meridionali sono tutti mafiosi. O: gli slavi tutti zozzi. Così. Insomma questo ragazzo non sopportava l'idea di non essere ricco. Penso maledicesse sua madre e suo padre ogni istante della sua vita per non averlo fatto nascere ricco. E siccome aveva questo complesso doveva fare a modo che gli altri non pensassero che era uno come tanti, in fatto di ricchezza. Se la sua ragazza, che poi era mia sorella e aveva i piedi per terra, lo mandava a comprare un etto di prosciutto, lui tornava con tre etti di prosciutto, tre di mortadella e tre di milano. Se entrava in un bar che era anche tabacchi per un caffè, si sentiva in dovere di comprare anche le sigarette e l'accendino anche se non ne aveva bisogno. Una mattina uscendo mi chiese:"Hai bisogno di qualcosa da fuori?" "Si, di un pacchetto di PallMall da dieci" Che stupido! Avrei dovuto prevedere che si sarebbe vergognato a chiedere un pacchetto da dieci! Infatti mi guardò male e tornò con uno da venti. Era impressionante la roba che si buttava a casa sua, per questa sua mania di grandezza!
Venne in Puglia, tre anni fa, ospite della mia famiglia e naturalmente rimase impressionato dai prezzi pugliesi. Pagare il caffè, le paste, il pane... così poco, lo mandava in tilt. Siccome era molto goloso, la mattina usciva per rimpizzarsi di roba e tornare con le buste piene di ogni superfluità. La prima volta che entrò in un panificio, davanti a tutto quel ben di Dio, cominciò a ordinare questo e quello, pane, panini, pucce, focaccia con le cipolle...
"Quant'è?" chiese infine.
"Sette euro"
"Sette euro?" disse lui "Ma qui siete tutti matti, tutta sta roba a sette euro. Signora, lei c'ha i prezzi troppo bassi!" Le diede 10 euro e rifiutò il resto. Avete mai lasciato voi la mancia a una fornaia?
Quella volta c'era con lui mia cugina, che in Puglia ci vive e in quel pastificio ci va tutti i santi giorni. Siccome è una donna simpatica e non ha peli sulla lingua, quando uscirono lo guardò negli occhi e lo apostrofò: "La prossima volta fatti i cazzi tuoi!"

lunedì 9 novembre 2009

Il mio "angolo dell'ormone" privato

Quando sono su di te maledico Dio.
Che taccagno !!
Darmi solo una bocca,
per suggere alle fonti del tuo nettare!!
Darmi solo due mani
per scoprire tutti i tuoi anfratti!!

domenica 8 novembre 2009

Cordone ombellicale

Quando si nasce, si nasce
due volte:
dalla propria madre
e a questo mondo

Anche morire
si muore due volte:
la prima con dolore,
la seconda con speranza

A proposito di trans

C'è una trans che incontro spesso mentre sono per uffici.
Ha un aspetto dignitoso, pulito, da signora post menopausa.
E' timida, si vede, ma tenta sempre un approccio con la gente.
Un approccio da signora educata e discreta, senza malizia o retropensieri, con uomini e donne.
Ha sempre una parola gentile per tutti e dispensa consigli materni a tutti.
Ma c'è un particolare di lei che mi sorprende ogni volta
e che mi ha lasciato intravedere chissà quali traumi dentro la sua vita.
Chiede sempre scusa. Anche per colpe degli altri.
E' sempre vigile, attenta, come preoccupata di non arrecare danno ai vicini,
sempre tesa a individuare le mancanze degli altri per chiedere scusa.
Si accolla sempre le colpe di tutti.
Se calpesto il piede a qualcuno, lei mi anticipa e gli chiede scusa.
Se il ragazzetto si gira e mi falcia col suo zaino, lei mi chiede scusa
Se qualcuno alza la voce allo sportello, lei chiede scusa,
sottovoce, come se fosse stata lei ad andare in escandescenze.
Le viene d'istinto.
Mi sorprende ogni volta che nessuno sembra farci caso,
nessuno che le abbia mai detto "no, non si preoccupi, non è stata lei!".
Immagino come deve essere in privato,
in famiglia, se ha una famiglia, o tra amici, coi clienti.
E' un atteggiamento che ogni volta mi ferisce,
mi mette tristezza e la voglia di consolarla.
Sono stato più volte sul punto di prenderla in disparte per dirle:
"Tranquilla, signora, tranquilla. Non sei stata tu, è stato quell'imbecille a darmi la gomitata.
Perchè chiedi sempre scusa, se la colpa non è tua?
Qualunque cosa hai fatto, è tempo di liberartene,
non puoi continuare ad accollarti le colpe degli altri.
Ti devi rilassare. Devi essere libera"
C'è sempre una vena di dolore sul suo volto, anche quando sorride.

venerdì 6 novembre 2009

thirteen's ocean

Mia figlia sta crescendo, giorno per giorno
E la sto perdendo, giorno dopo giorno.
La sento sempre più lontana, più distante.
Comincia ad andare per la sua strada,
o per la strada degli altri,
delle sue amiche, dei suoi amori, della moda, delle convenzioni, della società.
La vedo anche sempre di meno,
assente per scuola, amiche, amori, gite, compleanni, passeggiate....
E quando la vedo è assente per facebook, blog, fotoritocco, email, chat, messangers, telefonate, sms, sms, sms...
E' finito il tempo in cui mi abbracciava, voleva stare sulle ginocchia o veniva a dormire con me.
E' finito il tempo in cui mi chiedeva di farle da partner in balletti fantasiosi (per lei mi sono dovuto improvvisare ballerino classico e al mare nuotatore sincronizzato)
Tutto ciò è normale che finisse, prima o poi.
Quando era piccola c'era una complicità naturale tra noi due, o almeno così a me sembrava.
Ci si intendeva anche quando era un esserino senza parola. Ho il ricordo di diversi momenti di intensa comprensione.
Ci guardavamo negli occhi e tutto era chiaro l'uno dell'altra.
Due libri aperti di fronte agli occhi dell'altro.
Sono sensazioni, cioè qualcosa che si sente nel profondo dell'anima.
Ci siamo divertiti molto noi due.
Come sempre mi succede con le persone che amo, ci siamo fatti della grandi risate.
Eravamo in piazza Duomo a Firenze, una volta, lei di pochi mesi.
La tenevo nel marsupio, con il viso rivolto verso il mondo. Le facevo vedere le bellezze di Firenze e a lei piaceva osservare,
ha sempre avuto lo sguado vivace sin dal primo giorno.
Ci mettevamo di fronte al David e al Perseo di Piazza della Signoria,
passeggiavamo tra il Ratto delle Sabine e l'Ercole e il centauro, per darle l'imprinting del Bello,
o le facevo piegare la testolina verso il campanile di Giotto e la cupola del Brunelleschi
per ubriacarla di arte.
Eravamo in piazza Duomo una volta e scorgemmo da lontano il nostro autobus che partiva.
Cominciai a correre e a far segno all'autista mentre lei sballottava su e giù nel marsupio divertita.
L'autista ci fece salire gentilmente, e una volta su, io e lei ci guardammo negli occhi e cominciammo a ridere, in contemporanea, a ridere di cuore.
Rideva come una adulta e contagiò tutto l'autobus.
Quest'episodio semplice semplice mi torna spesso alla mente. Con nostalgia.
Ora quella complicità profonda e istintiva di una volta con c'è più, è sfumata, dissolta, andata.
Ora è sempre più distante, la sto perdendo, se ne va per la sua strada o per quella degli altri.
L'esterno, il mondo, la società hanno una grande attrattiva a quell'età.
Un genitore non può farci niente,
Forse lei sente che tra il fuori e suo padre non c'è molta intesa, persino dissidio talvolta.
Ma deve conoscere e và.
A volte penso di aver fallito anche in questo campo, come padre.
A volte penso che poi tanto tornerà tra qualche anno e ci faremo di nuovo delle grandi risate.

martedì 3 novembre 2009

Che figlio ingrato!

Che figlio ingrato!
Neanche un fiore ieri ho portato sulla tomba di mia madre.
E' a 500 Km da qui, ma non è una scusa valida.
Se uno vuole, smuove le montagne.
Io non riesco neanche a smuovere il mio culo.
E lei lo sa. Mi conosce.
Una madre conosce tutto dei suoi figli.
E mi perdona. Una madre perdona sempre i suoi figli.
La mia sicuramente.
Comunque... ho acceso un cero, ieri.
Uno di quei ceri nella plastica rossa e coperchio in metallo, bucato.
Con l'immagine di Gesù incollata di lato.
E il codice a barre sotto a Lui.
L'ho messo sul balcone, sotto il cielo stellato e la luna piena.
Lo vedi li lassù?
E' quella lucina piccola piccola accanto alla rosetta grassa,
si, quella che crescevi in Puglia. E' sua figlia, questa.
Ne lo staccato un pezzo e l'ho piantata qua.
Ha preso, sta bene e si è ambientata, lei, a questo clima freddo.
Io ancora no, non riesco ancora a viverci in pace con questi cuori di ghiaccio.
Ma non ti devi preoccupare, sai come son fatto.
Mi ci vuole del tempo, del tempo, del tempo...
Beh, insomma, il cero è per te,
i fiori te li porto quando torno.
per questa volta scusami,
mamma,
ciao,
ci vediamo!
(che figlio ingrato!)

domenica 1 novembre 2009

Addio

(Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.)


Angeli
Del tutto ignari della nostra esistenza
voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,
e delle nostre squallide ferite
voi fate un balsamo per le labbra di Dio.
Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli,
né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio,
ma c'è una linea di infelicità come di un uragano
che separa noi dalla vostra siepe.
Voi entrate nell'uragano dell'universo
come coloro che si gettano nell'inferno
e trovano il tremolo sospiro
di chi sta per morire
e di chi sta per nascere.


Alda Merini

Notte di halloween e luna piena

Si è suicidata in carcere ierisera la neo br Diana Blefari.
Sembrerebbe un omicidio rituale, o un suicidio indotto essendo stata la Bleferi spesso ricoverata in clinica psichiatrica.
Ci sono tutti gli indizi della morte rituale:
notte di halloween, la luna piena, il nome Diana (dea della luna e dei boschi), il sabba.
Il cognome Blefari ha a che fare con l'occhio (che tutto vede) e la luce
Ho postato questi (s)punti sul forum di Franceschetti.
Credo si svilupperà un ragionamento interessante