giovedì 21 maggio 2009

Incontri

Un'ora fa.
In macchina su una stradina di campagna, a pochi chilometri dal paese.
Splendore di viva luce mattutina e pensieri neri.
Non riesco a scrollarmi di dosso questo velo pesante di paranoia che mi separa dal mondo, dagli altri, dalla natura, dall'aria...
La tensione è concentrata nella gola accanto al cuore e vuole esplodere.
Forse è per questo che mi sono condotto in campagna dopo aver lasciato mia figlia alle sue compagne e compagni di scuola.
Vado a passo d'uomo, sulla stradina tra i campi.
Improvvisamente mi passa davanti un cerbiatto, santellante.
Visione magica, onirica.
Non avevo mai visto un cerbiatto.
Bellissimo, elegante, spaurito.
Un giovane cerbiatto zampe lunghe e accenno di corna,
disperso tra orti e campi a due passi dagli uomini.
Un filo sottile ci ha legato, per un istante. 
Ho spento la macchina.
E' entrato in una vigna,
si è guardato intorno, a destra e a sinistra.
Poi ha girato alla sua destra e si è dileguato verso un boschetto in lontananza.
Non avevo mai visto un cerbiatto.
Non sapevo neanche ce ne fossero.
E' stata una magica visione, un tumulto del cuore,
un'affinità elettiva.
Un segno.

2 commenti:

Asha Sysley ha detto...

Sicuramente un segno. Nulla viene a noi dalla natura se non per farci ricordare che esistiamo e per stupirci della vita.
Si una visione. Usala e viaggia col pensiero.

NERO_CATRAME ha detto...

La natura offre momenti e richiami al nostro io,ne facciamo parte,è lei la madre di tutti,segui il cerbiatto e guarda dove ti porta.