
Ieri, nella mia nuova sistemazione al pianterreno, ho trovato un libro illustrato su Botticelli.
Sfogliandolo, sono stato colpito da questo dipinto: L'adorazione dei Magi.
Mi sembra rappresenti alla perfezione il dramma abruzzese.
Ci sono tutti i protagonisti della tragedia.
Ci sono le rovine e il tetto bucherellato da cui filtra la Luce della Speranza che allumina Gesù Bambino: la nuova Città dell'Aquila che sorgerà dalle sue ceneri.
C'è il gesto della Madonna che porge il Bambino al Vecchio inginocchiato: la continuità tra il vecchio e il nuovo, la città nuova che dovrà rinascere sulla vecchia, conservando monumenti, tradizioni, costumi, memorie.
Ci sono i Magi coi loro doni: i soccorritori, i volontari, la protezione civile venuti in soccorso ai terremotati.
E ci sono infine, in primo piano, i politici e i loro intellettuali cortigiani, eleganti e in bella posa, presenti col fisico, ma con la mente rivolta ai loro futuri benefici di questa tragedia annunciata.
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