martedì 10 novembre 2009

Una vittima dei nostri tempi

Qualche anno fa, che ero a Trieste, conoscevo uno che aveva il complesso del povero. Cioè voleva sempre apparire più ricco di quello che era. Era un bravo ragazzo in verità ma aveva questo piccolo problema.
Si dava da fare, col lavoro intendo, e non stava mai fermo. Non aveva un posto fisso ma trovava sempre di che lavorare: al bar, nei ristoranti, sui vagon lit, commesso, salumiere, in fabbrica. Le aveva fatte di tutte per non stare con le mani in mano. Ma guai a dire che faceva l'operaio: ti avrebbe mangiato vivo. Odiava quella parola. Operaio. Io ci litigavo spesso perchè ragionava per frasi fatte, come molti a Trieste d'altonde. Ripetono sempre i soliti luogo comuni e non c'è verso di farli spostare di un millimetro dalla loro convinzione. Tipo: i meridionali sono tutti mafiosi. O: gli slavi tutti zozzi. Così. Insomma questo ragazzo non sopportava l'idea di non essere ricco. Penso maledicesse sua madre e suo padre ogni istante della sua vita per non averlo fatto nascere ricco. E siccome aveva questo complesso doveva fare a modo che gli altri non pensassero che era uno come tanti, in fatto di ricchezza. Se la sua ragazza, che poi era mia sorella e aveva i piedi per terra, lo mandava a comprare un etto di prosciutto, lui tornava con tre etti di prosciutto, tre di mortadella e tre di milano. Se entrava in un bar che era anche tabacchi per un caffè, si sentiva in dovere di comprare anche le sigarette e l'accendino anche se non ne aveva bisogno. Una mattina uscendo mi chiese:"Hai bisogno di qualcosa da fuori?" "Si, di un pacchetto di PallMall da dieci" Che stupido! Avrei dovuto prevedere che si sarebbe vergognato a chiedere un pacchetto da dieci! Infatti mi guardò male e tornò con uno da venti. Era impressionante la roba che si buttava a casa sua, per questa sua mania di grandezza!
Venne in Puglia, tre anni fa, ospite della mia famiglia e naturalmente rimase impressionato dai prezzi pugliesi. Pagare il caffè, le paste, il pane... così poco, lo mandava in tilt. Siccome era molto goloso, la mattina usciva per rimpizzarsi di roba e tornare con le buste piene di ogni superfluità. La prima volta che entrò in un panificio, davanti a tutto quel ben di Dio, cominciò a ordinare questo e quello, pane, panini, pucce, focaccia con le cipolle...
"Quant'è?" chiese infine.
"Sette euro"
"Sette euro?" disse lui "Ma qui siete tutti matti, tutta sta roba a sette euro. Signora, lei c'ha i prezzi troppo bassi!" Le diede 10 euro e rifiutò il resto. Avete mai lasciato voi la mancia a una fornaia?
Quella volta c'era con lui mia cugina, che in Puglia ci vive e in quel pastificio ci va tutti i santi giorni. Siccome è una donna simpatica e non ha peli sulla lingua, quando uscirono lo guardò negli occhi e lo apostrofò: "La prossima volta fatti i cazzi tuoi!"

5 commenti:

Chica ha detto...

saggia donna tua cugina!!!...tuo cognato un po' stordonito invece...

Gen ha detto...

io ho uno zio che è uguale!

myheart ha detto...

@Chica
si, saggia e simpatica, si chiama Piera ed è un portento di vitalità.
Non saprà mai di essere stata su un blog!

@Gennaro
il problema di queste persone è che non sanno che i veri ricchi poi non sprecano nulla e stanno attenti a risparmiare su tutto.
In gamba GenBat, sei davvero ok.
Ma hai veramente 16 anni?

Gen ha detto...

E' vero! Certo che è vero!

ale ha detto...

Che ci facevi a trieste?