mercoledì 16 settembre 2009

Per l'appunto

Mi giro e mi rigiro, mi volto e mi rivolto nelle stesse situazioni, da anni ormai, forse da sempre.
Mi propongo spesso di cambiare, di dare una svolta, di osare una nuova strada,
ma l'entusiasmo dura il tempo di un pensiero,
non riesco a reggerlo, ad alimentarlo e mi si affloscia come un sacco vuotato.
Se ho un problema lo evito, ne allontano il pensiero,
forse si risolverà da sè ma naturalmente si ripresenta, raddoppiato, triplicato.
Vale anche per le piccole cose: se mi cade che so... un oggetto a cui tengo, lo lascio lì,
non lo raccolgo per vedere se si è rotto per paura di scoprire che si è rotto.
Occhio non vede cuore non duole è la mia filosofia,
filosofia del cazzo.
E' un comportamento stupido, irresponsabile, che posticipa il dolore
e intanto fa vivere nell'ansia e nell'infelicità,
ne sono coscente ma non riesco a cambiare,
è difficile lottare contro la propria natura,
non c'è cosa più forte dell'Io.
E anche questa è una scusa del cazzo.

Sono anni che non riesco a leggere un libro.
Ne compro in continuazione, di libri, ne inizio a leggere decine, centinaia,
ma non riesco ad andare oltre il primo periodo.
Io che nei libri cercavo non solo evasione, emozione, idee, calore,
ma anche la via, la luce, la soluzione al mistero della vita,
ora mi fermo all'incipit senza neanche afferrarlo.
Persino gli scrittori e i poeti mi sono diventati estranei.
Mi si prospetta una vecchiaia autistica, se non mi impongo una disciplina.
E' tutto un problema di impegno, di volontà
Oggi ho preso un libro e mi sono detto:
comincio così, non le piccole cose, e comincio a dare un'organizzazione a questa vita confusa e vuota,
comincio a riempirla con un libro e prendo l'impegno di leggerlo tutto,
anche cinque pagine al giorno ma tutto e sforzandomi di capirci qualcosa,
focalizzo il pensiero sulle parole stampate evitando che parta in quarta per chissà dove,
bisogna dominare il pensiero, non farsi dominare da lui,
è questione di impegno, mi ripeto, l'impegno è tutto,
è questione di sforzo, mi ripeto, e poi uno raccoglie i frutti.
E allora prendo una penna perchè volevo segnare sul libro la data e il proposito,
in fondo è una scommessa, una gara quasi, un gioco serio e impegnativo
e ne va marchiato l'inizio a futura memoria
E allora apro il libro e giù, in fondo in fondo alla prima pagina bianca, trovo un appunto, a matita,
giuro che non me ne ricordavo proprio per niente e questo appunto dice:

23 ottobre 2008
devo leggere questo libro!
ci riusciro?



4 commenti:

Lindalov ha detto...

Prima di tutto non ti imporre mai le cose da fare. Così, per obbligo. Non ti verranno mai. Mai troverai la voglia di farle. Mai sentirai qualche beneficio nello sforzarti.
Perché?
Perché forse nessuno ti ha mai insegnato ad avere fiducia, anche quando cade un oggetto e, FORSE CHISSA MA NON E' SICURO, si é rotto.
Se mai supererai la paura, anzi no, se non la accetterai, se non la vedrai anche come un fatto positivo "sì, ho paura, e allora? tutto questo casino per cosa?" mai ti allontanerai da dove sei.

:-))

Credimi. Prima di sforzarti di agire, sforzarti di credere in quel "nuovo modo" di pensare.

Gian Maria Turi ha detto...

Oppure ti fai legare alla sedia come faceva Foscolo...
Se ti va: http://www.facebook.com/group.php?gid=155321771941

Gian Maria Turi ha detto...

Ho detto la cazzata: era Alfieri... :|

Anonimo ha detto...

Ma è la mia descrizione!!!
Sono affranta.